L’ecografia in reumatologia

L’ecografia articolare è una metodica indolore e non invasiva; viene effettuata sempre in maniera comparativa con le articolazioni controlaterali. Non è richiesta alcuna preparazione in vista dell’esame ecografico, se non l’utilizzo di un abbigliamento congruo e comodo.

La durata media dell’esame è di 15/20 minuti per articolazione.

Nelle artriti infiammatorie, l’individuazione precoce del versamento articolare, della proliferazione sinoviale e del danno cartilagineo erosivo o appositivo (osteofiti/entesofiti) consente di poter effettuare una corretta diagnosi ed un accurato monitoraggio terapeutico. Inoltre, l’utilizzo della metodica ecografica con l’ausilio alla valutazione del segnale Power Doppler consente di studiare l’incremento della vascolarizzazione sinoviale come indice dell’attività di malattia. Questa valutazione è importante al fine di ottenere informazioni sull’efficacia delle terapie. Recenti lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali hanno dimostrato come l’utilizzo dell’ecografia articolare e delle entesi durante la visita reumatologica riesce a dimostrare sedi di infiammazione nascosta (come nelle artriti) o in cui il dolore ha origine non infiammatoria (come nella fibromialgia). Successivi studi scientifici hanno dimostrato come il dolore riferito come fibromialgico possa essere invece causato da infiammazione delle entesi ed individuato solo ecograficamente. Per questo motivo l’ecografia articolare diventa fondamentale nel corso di una prima valutazione reumatologica, per distinguere ed individuare l’origine e la natura del dolore e dell’infiammazione.

Nell’artrosi, l’utilizzo dell’ecografia nel corso della visita consente di ottenere informazioni circa lo stato di salute delle cartilagini articolari (spessore, regolarità della superficie) e la formazione di fenomeni erosivi o osteoproduttivi (osteofiti), versamento articolare o delle borse ed eventuale segnale Power Doppler.

Nelle vasculiti dei grandi vasi l’ecografia consente di valutare lo stato di coinvolgimento dei principali vasi esplorabili (temporali, succlavia, ascellari, carotidi) mediante la valutazione di aloni perivascolari, misurazione dello spessore medio-intimale e la differenziazione da fenomeni aterosclerotici.

L’ecografia nelle malattie da deposito di cristalli (gotta, condrocalcinosi) consente di effettuare la diagnosi differenziale con le altre patologie articolari che possono mimarne i sintomi. L’individuazione dei caratteristici segni ecografici e la loro localizzazione consente di distinguere il tipo di malattia da deposito; inoltre la valutazione di eventuale sinovite o erosioni consente indirettamente di effettuare una stadiazione della patologia.